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Massino Visconti
Massino Visconti è circondato dalle montagne di cui la cima più imponente è il Mottarone; è una finestra sul Lago Maggiore e, nonostante la sua bassa altitudine (456 m. in Massino, 794 m. sul Monte San Salvatore), gode di un invidiabile panorama: la vista spazia su buona parte del varesotto, raggiungendo Milano e Novara. Un paese collinare, dunque, che un tempo era regno di vigne e olivi. Da quanto risulta circa le prime testimonianze su Massino, il Bascapè annota nel volume da lui scritto nel 1612, la Novaria Sacra:Massino pare detto così da masso, parola che viene da manso. Mansus poi o Mansum è un possesso ovvero sia un podere. Il termine indicherebbe perciò un fondo da cui si poteva abbondantemente trarre il necessario per sé e per la famiglia, i tributi per pagare il padrone e, all`interno del quale, si trovavano anche la corte e il villaggio, ciè esistevano degli edifici in muratura.Un`altra teoria indica Massino come luogo già abitato dagli Insubri, e fa derivare il nome da Maximum, termine romano, che si diffuse quando le legioni conquistarono l`Insumbria, la popolarono, introdussero la loro lingua, leggi, costumi. Molti romani diedero il nome della propria famiglia ai piccoli centri che si stavano creando nel Vergante, eccezion fatta per Massino: essendo il luogo più abitato lo vollero dedicare a Giove Massimo (da cui sembra prese successivamente il nome). Dalla dominazione romana Massino passò a quella dei Longobardi: si ricorda in particolare l`episodio che, secondo la tradizione, vide re desiderio purificare e riconsacrare, rendendolo luogo di culto cristiano, il tempio che i romani avevano edificato. Da quanto risulta dalle fonti il tempio era a forma quadrata, era costituito da un`unica aula ed era dedicato a Giova Massimo; dopo la sua consacrazione venne intitolato a Santa Maria della Purificazione. La dominazione romana è comunque documentata da un sarcofago rinvenuto nel territorio. La Corte di Massino passò a Ludovico II che nell`865 ne fece dono a sua moglie Angilberga, la quale legò Massino al monastero di san Sisto, presso Piacenza, coll`onere di mantenere in suddetta Corte dieci monaci ai quali la badessa doveva somministrare l`occorrente per il vitto. Ma negli anni seguenti all`877 la volontà di Angilberga non venne più rispettata non venne più rispettata poiché la Corte passò a Liutvardo, vescovo di Vercelli che nell`882 la donò al monastero di San Gallo, in Svizzera. Nel 1134 il paese venne infeudato ai Visconti e rimase in possesso di questa famiglia e di rami collaterali fino al secolo XVIII. Nel Cinquecento i Visconti cercarono ripetutamente di impossessarsi della Riviera di San Giulio. I Visconti, ricordati anche nella titolazione del paese, furono la famiglia più importante del borgo. Nei secoli XIX e XX Massino Visconti vide sempre più affermarsi il ruolo di centro turistico, in sostituzione dell`antico interesse per l`agricoltura.
Tratto dal Sito del Comune di Massino Visconti
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