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I gratagamul della Valle Strona
Il legno, usato dall`uomo prima dei metalli e della stessa pietra, ha rappresentato per millenni una preziosa risorsa per tutte le attività umane.
Nell`area cusiana, oltre ad essere impiegato nelle attività agricole e artigianali, è stato protagonista dello sviluppo di un`industria che combinava la disponibilità di materia prima con l`energia idraulica fornita dai torrenti. Le origini di questa attività sono avvolte da un alone di leggenda.
I valstronesi si erano guadagnati una reputazione di buoni artigiani già nel XV secolo, quando scendevano al piano per costruire pale per i lavori agricoli e riparare i gioghi dei buoi.
La fortuna dei palai crebbe allorché a Sambughetto venne inventata una pala, la “sesula” che veniva utilizzata in inverno per sgomberare la neve dalle strade, poiché per come era stata fatta, aveva la proprietà non fare attaccare la neve. A questi uomini, conosciuti come palai, si aggiunsero presto i tornitori, che giravano per i villaggi e le fiere prestando la loro opera.
Il primo tornio idraulico fu costruito da Gaudenzio Piana, di Fornero, che ne aveva visto un esemplare nel carcere di Genova, dove era stato rinchiuso per aver disertato dall’esercito piemontese dopo la sconfitta di Novara del 1849.
Temendo l’invidia dei compaesani e soprattutto che questi potessero copiare la nuova macchina, che consentiva una resa notevolmente più alta rispetto ai tradizionali torni azionati a pedale, scelse come aiuto una donna malata di mente.
I gratagamùl valstronesi però riuscirono, dopo lungo appostamento, a scoprire il prezioso segreto. In pochi anni la valle si riempì di torni mossi dalle acque dello Strona e non mancarono inventori geniali. I fratelli Guglielminetti di Sambughetto idearono una borraccia di legno intagliata in un solo pezzo, adottata prima dall’esercito piemontese, poi da quello italiano, e infine dalle forze armate di vari paesi, come l’Inghilterra, la Russia e l’Argentina. Carlo Zamponi, di Forno, iniziò a fabbricare al tornio i cucchiai di legno. Presto fu imitato da altri artigiani e la Valstrona divenne la Val di Cazzuij, la valle dei cucchiai.
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