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Un lago… da bere
Nel 1926, a seguito dell’attivazione di un’azienda produttrice di filati sintetici a Gozzano, per il lago, un tempo famoso per la pescosità delle proprie acque, iniziava una lunga fase di inquinamento, che raggiungerà il suo culmine negli anni Settanta. Le condizioni del lago erano talmente eclatanti da trovare eco persino nella letteratura.
[…] È strana l`angoscia che si prova in questa deserta proda sabbiosa erbosa dove i salici piangono davvero e ristagna indeciso tra vita e morte un intermezzo senza pubblico. È un`angoscia limbale sempre incerta tra la catastrofe e l`apoteosi di una rigogliosa decrepitudine. Se il bandolo del puzzle più tormentoso fosse più che un`ubbia sarebbe strano trovarlo dove neppure un`anguilla tenta di sopravvivere. […]
Eugenio Montale, Sul Lago d`Orta, 1975
Negli stessi anni Gianni Rodari scriveva “Il ragioniere-pesce del Cusio” delicata fiaba ecologista, in cui immagina che un ragioniere si trasformi in pesce per combattere, o quanto meno contestare, l’inquinamento di un lago che all`epoca era considerato “morto”.
E la fiaba in qualche modo divenne realtà. Grazie ad un progetto dell’Istituto Italiano di Idrobiologia tra il maggio1989 e il giugno 1990, proprio mentre la Cortina di Ferro che aveva attraversato l’Europa si andava sbriciolando, venne effettuato un intervento di liming, cioè di neutralizzazione dell’acidità delle acque del lago mediante l’aggiunta di 15.000 tonnellate di carbonato di calcio.
L’esperimento, il più grandioso tentato fino ad allora, riuscì a fare il miracolo e il lago velocemente risuscitò, al punto da essere oggi considerato il più pulito d’Italia e spingere le amministrazioni locali a prendere in seria considerazione l’ipotesi di utilizzarne l’acqua a scopi civili e potabili.
Ma questa è un’altra storia…
Nella foto il lago e l`Isola di san Giulio (Foto Francesco Libero)
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